La science diplomacy come strumento per favorire pace e sviluppo

 

Può la ricerca scientifica avere un ruolo cardine nello scacchiere geo-politico internazionale? Possiamo promuovere sviluppo e stabilità nei paesi emergenti favorendo l'alfabetizzazione scientifica dei giovani aiutandoli a poi lavorare nel proprio paese? Sono domande da rivolgere agli esperti internazionali che parteciperanno alla tavola rotonda “Science diplomacy: a bridge over troubled waters” che si terrà il 21 settembre alle 18 all'Auditorium del Museo Revoltella a Trieste.

 

Trieste è un luogo davvero speciale in questo senso, in Italia ma non solo, e forse anche grazie a questo si è meritata di recente il titolo di Capitale Europea della Ricerca 2020: già dagli anni ‘60 del secolo scorso accoglie e forma i futuri giovani scienziati “immigrati” provenienti da ogni parte del mondo, in particolare quelli in via di sviluppo. Il cosiddetto “Sistema Trieste”(al quale si deve anche la fondazione di importanti istituti internazionali del calibro del Centro Internazionale di  Fisica Teorica “Abdus Salam” – ICTP,della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, SISSA, e successivamente anche dell'ICGEB, il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica, e altre realtà importanti), pensato nel secolo scorso dal fisico Paolo Budinich, prevede di offrire ai giovani di molti paesi un'istruzione scientifica superiore di altissimo livello, che non potrebbero avere nei loro paesi d'origine, per poi aiutarli a tornare e sfruttare lì l'expertise acquisita.

 

Generazioni e generazioni di scienziati si sono avvicendate nella città giuliana, e il successo di questo modo di intendere la ricerca e l'istruzione scientifica è testimoniato dall'autorevolezza sempre crescente delle istituzioni scientifiche triestine a livello internazionale, e dall'altissima concentrazione di ricercatori per abitante di Trieste (oltre 35 ogni 1.000 occupati contro una media europea di poco meno di 6). A Trieste ha sede anche la TWAS, The World Academy of Sciences for the advancement of science in developing countries, l‘ente che organizza la tavola rotonda dedicata alla science diplomacy.

 

All'evento parteciperanno alcuni esperti internazionali: Thameur Chaibi, direttore della ricerca National Research Institute for Rural Engineering, Water and Forestry, Ariana, Tunisia, Jauad El Kharraz, direttore di ricerca The Middle East Desalination Research Center (MEDRC), Al Khuwair, Oman, Tuğba Evrim Maden, ricercatrice Turkish Water Institute (SUEN), Nadia Pinardi, docente Dipartimento di Fisica e Astronomia, Alma Mater Studiorum Università di . Il tema verrà dunque affrontato dal punto di vista delle diverse nazioni coinvolte e su aree scientifiche diversificate, con tutti problemi connessi. La conferenza sarà moderata da Alessandra Ressa, giornalista.

 

Per chi fosse interessato a Trieste Next 2017 si approfondirà anche il tema di  “Trieste Capitale Europea della Scienza 2020”. Il 21 settembre si terrà infatti la conferenza “Verso Trieste Capitale Europea della Scienza” che offrirà al pubblico alcune anticipazioni sul processo che porterà la città a ospitare nel 2020 l'EuroScience Open Forum (ESOF). L'evento si terrà giovedì 21, al Ridotto del Teatro Verdi, alle 21.00. Parteciperanno all'evento Stefano Fantoni, presidente della Fondazione Internazionale Trieste e Pierpaolo Ferrante, project manager di ESOF 2020 Trieste, Maurizio Fermeglia, Rettore dell'Università di Trieste, Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste e Antonio Maconi,Direttore di Trieste Next. Modererà l'evento Alberto Bollis, vicedirettore del quotidiano Il Piccolo.

Ringraziandola per la cortese attenzione, le segnalo che può trovare il programma completo della manifestazione alla pagine www.triestenext.it.

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